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IN-SAFETY https://www.in-safety.it/ Safety Inside Your Industry Sun, 11 Jun 2023 08:52:26 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.2 141189452 Scale in fibra di vetro vs Scale in alluminio https://www.in-safety.it/scale-in-fibra-di-vetro/ https://www.in-safety.it/scale-in-fibra-di-vetro/#respond Tue, 13 Jun 2023 06:00:57 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7576 Quando sono da preferire le scale in vetroresina rispetto a scale metalliche e quali i vantaggi che offrono Quando si tratta di scegliere tra scale in fibra di vetro o in alluminio, è essenziale valutare i vantaggi di ciascun materiale. Mentre le scale in alluminio hanno i loro vantaggi e sono molto diffuse, le scale in fibra di vetro…

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Quando sono da preferire le scale in vetroresina rispetto a scale metalliche e quali i vantaggi che offrono
Quando si tratta di scegliere tra scale in fibra di vetro o in alluminio, è essenziale valutare i vantaggi di ciascun materiale.
Mentre le scale in alluminio hanno i loro vantaggi e sono molto diffuse, le scale in fibra di vetro offrono per molti versi qualità superiori che le rendono la scelta preferita in molte situazioni.
In questo articolo, esploreremo dove le scale in vetroresina superano le loro controparti in alluminio.
E in quali aree chiave.
Ma anche dove è meglio una scala in alluminio.

Sicurezza elettrica (isolamento dielettrico).

Uno dei vantaggi più significativi delle scale da lavoro in fibra di vetro è la loro natura non conduttiva.
A differenza dell'alluminio, la fibra di vetro è un materiale isolante, il che lo rende la scelta ideale per i professionisti che lavorano con l'elettricità.
Le scale in fibra di vetro riducono significativamente il rischio di scosse elettriche, fornendo un ulteriore livello di sicurezza per elettricisti e altri professionisti che lavorano intorno a sistemi elettrici sotto tensione. Quando si tratta di sicurezza elettrica, le scale in fibra di vetro, soprattutto le scale vetroresina per elettricisti, non hanno eguali.
Scala in vetroresina dielettrica per lavorare sulle linee in tensione elettrica

Esercitazione di intervento con scala in fibra di vetro anticaduta BRANACH – foto BRANACH

Rigidità e stabilità.

Le scale in vetroresina eccellono in termini di rigidità e stabilità.
A differenza delle scale in alluminio, soprattutto se parliamo di scale portatili, che possono piegarsi o flettersi sotto carichi pesanti, le scale vetroresina rimangono rigide con pochissima flessione o "effetto molla".
È questa proprio la caratteristica meccanica del PRFV (Polimero Rinforzato in fibra di Vetro), avere una resistenza paragonabile al metallo ma una modulo elastico completamente diverso.
Questa stabilità intrinseca rende la scala vetroresina un'opzione affidabile per le attività che richiedono un appoggio stabile, offrendo agli utenti tranquillità mentre lavorano in quota.
ENRICO BERNARDI SU SCALA BRANACH Euro Fall Control

Enrico Bernardi installa ancoraggi con tassellatore rimanendo su scala Euro Fall Control di Branach – foto Anticaduta srl

Resistenza alla corrosione e longevità.

Le scale in vetroresina hanno un'eccellente resistenza alla corrosione, a differenza delle scale in alluminio che possono essere soggette ad ossidarsi nel tempo.
Questa resistenza alla corrosione rende le scale in fibra di vetro ideali per l'uso all'aperto, in ambienti con elevata umidità o esposizione a sostanze chimiche.
Inoltre, le scale in vetroresina non richiedono una manutenzione regolare per prevenire la corrosione (ad esempio verniciature), consentendo ai proprietari di concentrarsi sul proprio lavoro piuttosto che sulla manutenzione.
Con la loro durata e resistenza, le scale in fibra di vetro sono un saggio investimento sul lungo termine.
scala in ambiente chimico farmaceutico

Scala a piattaforma della serie Anti corrosione in un ambiente chimico – foto Branach

Resistenza alla temperatura.

Un altro vantaggio delle scale fibra di vetro è la loro capacità di resistere alle alte temperature.
A differenza dell'alluminio o di altri metalli, la fibra di vetro è un pessimo conduttore di calore.
Questo rende le scale vetroresina, specialmente quelle fisse alla marinara, più comode e sicure da utilizzare, sia in inverno sia con il caldo estivo, soprattutto se esposte al sole.
Lo stesso vale anche per le scale portatili, più facili da maneggiare.
scala in PRFV di P-TREX su vasche di depurazione

Una scala a gabbia con. pianerottolo di sbarco installata su vasca di depurazione a forte esposizione al sole e alle intemperie – foto P-TREX

Smorzamento del rumore e delle vibrazioni.

Le scale in fibra di vetro presentano eccellenti proprietà di smorzamento del rumore e delle vibrazioni.
Rispetto alle scale in alluminio, che possono produrre forti rumori e trasmettere vibrazioni durante l'uso, le scale in fibra di vetro offrono un'esperienza di lavoro più silenziosa e confortevole.
Questo può essere particolarmente importante quando si lavora in presenza di macchinari in movimento o in aree sensibili.
Quindi quando si eseguono compiti che richiedono concentrazione.

Ma quindi le scale da lavoro in vetroresina sono sempre meglio di quelle in alluminio o altri metalli?

Le scale in fibra di vetro emergono chiaramente come la scelta migliore sulla base delle diverse risposte di performance agli ambiti sopra descritti.
Se non si è alla ricerca di:
  • sicurezza elettrica e isolamento dielettrico,
  • rigidità,
  • resistenza alla corrosione,
  • scarsa conduttività di calore
  • vibrazioni,
le scale in alluminio continuano ad essere un prodotto molto competitivo, anche dal punto di vista economico, di facile reperibilità e di facile impiego.
Sono un prodotto comunque sicuro e sempre migliorabile.
Basti pensare che sulle scale metalliche è possibile, a differenza di scale con pioli in PRFV, installare retrofit ,binari anticaduta.
Come ad esempio:
Oppure pensare all'enorme scelta sul mercato tra tutti i produttori di scale e di sistemi di protezione collettiva o accesso macchinari, anche su misura.
Scala a piattaforma BRANACH vicino a mezzo movimento terra

Alta stabilità e leggerezza permettono alle scale in fibra di vetro BRANACh di essere utilizzate in ambienti difficili come cantieri stradali e ferroviari – foto BRANACH

Scale portatili in vetroresina Branach

Le scale portatili Branach non solo offrono le qualità superiori delle scale in fibra di vetro in termini di sicurezza, durata e versatilità, ma offrono anche i vantaggi aggiuntivi di essere leggere e facili da posizionare.
Con il loro design a montante completamente in fibra di vetro, si può sperimentare la comodità di una scala leggera senza compromettere la stabilità e la rigidità.
Incorporando elementi costruttivi unici e caratteristiche di sicurezza contro le cadute dall'alto, le scale professionali in vetroresina Branach danno la priorità alla sicurezza dell'utente e offrono tranquillità quando si lavora in altezza.
Anche in seguito allo sbarco in quota, con il Davit Arm kit

Scale in PRFV fisse by P-TREX

L'azienda P-TREX produce sistemi di scale prfv alla marinara e scale per accesso macchinari completamente in polimero rinforzato in fibra di vetro, il PRFV.

Per complete, intendiamo tutte le parti:

  • montanti
  • pioli o gradini
  • corrimano
  • parapetti
  • pianerottoli di sosta
  • cancelletti e botole di accesso
  • grigliati e passerelle.

Ne abbiamo parlato nell'articolo PRFV per scale parapetti e passerelle dove citiamo anche la non necessità della certificazione di messa a terra, obbligatoria per le strutture fisse.

scala a gabbia in vetroresina

Scala a gabbia in vetroresina di P-TREX – foto P-TREX

Scale fisse in alluminio e con inserti in vetroresina CREDA 360

Un prodotto intermedio lo offre CREDA 360, già partner IN-SAFETY® e più volete citato in vari nostri articoli, tra i quali: CREDA 360 scale industriali protezioni collettive su misura .

La produzione CREDA 360 permette di combinare la versatilità e la facilità di assemblaggio dell'alluminio con le caratteristiche della fibra di vetro che viene utilizzata per realizzare i piani di superficie come gradini e pianerottoli.

Se ci fossero ancora dei dubbi, gli specialisti IN-SAFETY® sono in grado di consigliarti quale è la scala he fa al caso tuo, se una scala in fibra di vetro o una scala in alluminio. Contattaci

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Parapetto autoportante guard trac™ che si installa un metro al minuto. https://www.in-safety.it/parapetto-autoportante/ https://www.in-safety.it/parapetto-autoportante/#respond Thu, 08 Jun 2023 05:00:57 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7548 Da Tractel, un parapetto zavorrato veloce da installare e che prende pochissimo spazio sul tetto. Il parapetto autoportante guard trac™ è un prodotto innovativo che risolve gran parte dei problemi legati ai sistemi di protezione collettiva zavorrati: Come tutti i parapetti autoportanti, non ha necessità di fissaggi meccanici sulla struttura; Ha zavorre in cemento a…

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Da Tractel, un parapetto zavorrato veloce da installare e che prende pochissimo spazio sul tetto.

Il parapetto autoportante guard trac™ è un prodotto innovativo che risolve gran parte dei problemi legati ai sistemi di protezione collettiva zavorrati:

  1. Come tutti i parapetti autoportanti, non ha necessità di fissaggi meccanici sulla struttura;
  2. Ha zavorre in cemento a basso ingombro che si bloccano su staffe in acciaio;
  3. Le zavorre possono stare in tutte le direzioni, anche verso l'esterno.
  4. È certificato per essere installato su EPDM, guaine bituminose o PVC, in condizioni asciutte e bagnate.
  5. È certificato come provvisorio secondo la EN 13374-A:2019.
  6. La versione guard trac™ plus, con montante intermedio, è certificata sia EN 13374-A:2019 sia EN ISO 14122-3:2016.
  7. La versione guard trac™ t-b, con pedana fermapiede, non ha necessità di un cordolo di 15 cm.
  8. E’ rapido da installare, si monta 1 metro al minuto;
  9. Ha elementi regolabili in larghezza che evitano tagli di aggiustamento e sprechi.
  10. Gli angoli tra due tratte si regolano con la massima precisione, con incrementi di 15° alla volta, per creare angoli da 30° a 330°.

Vediamoli meglio, nel dettaglio…

parapetto autoportante guard trac™ a protezione vano tecnico interno

Parapetto autoportante guard trac™ a protezione del vano tecnico

I pro e i contro di un parapetto autoportante

Se non si ha ben chiaro come devono essere fatti e certificati i parapetti in alluminio anticaduta, in special modo quelli autoportanti, consiglio la rilettura del nostro articolo Parapetti a norma NTC 2018 o parapetti a norma UNI EN 14122-3.

Ma anche dell’articolo Scegliere un parapetto per tetto fotovoltaico e altri DPC dove si va ad analizzare i pro e i contro dei parapetti autoportanti o zavorrati.

Riassumendo, un parapetto autoportante è un dispositivo di protezione collettiva (DPC) che risolve il problema di protezione anticaduta dove la struttura non permette fissaggi meccanici.

Ad esempio su coperture piane in guaina bituminosa, in EPDM o in PVC. Ma anche su soppalchi o macchinari.

I suoi limiti sono in genere il peso proprio, l’obbligatorietà di un cordolo che ne impedisca lo scivolamento in avanti, la complessità nell’installazione (nell’assemblaggio dei vari elementi) e l’ingombro della staffa porta zavorra.

In special modo nelle curve di raccordo (negli angoli) e nei passaggi stretti, dove aumenta il rischio di inciampo.

Ma anche su quei tetti o soppalchi che necessitano della più ampia superficie utile, come quando si devono installare impianti fotovoltaici o altri tipi di impianto tecnico.

guard trac™ e guard trac™ plus a confronto

In basso un parapetto autoportante guard trac™, in alto a sinistra, la versione guard trac™ plus con il montante intermedio

Come sono fatti i parapetti autoportanti guard trac™ e guard trac™ plus

Ma soprattutto, come risolvono gran parte dei problemi legati all’installazione e all’ingombro di parapetti zavorrati.

Le barriere fisse con elementi saldati che non devono essere assemblati.

A differenza della maggior parte dei sistemi di parapetto modulare presenti sul mercato, che vedono l’impiego di elementi distinti tra montanti, corrente superiore, corrente inferiore e vari elementi di giunzione, il parapetto autoportante ​​guard trac™ usa elementi barriera monolitici presaldati.

Ha elementi barriera da 3 m, già comprensivi di 2 montanti e corrente intermedio, tutto elettrosaldato.

La versione guard trac™ plus ha 3 montanti ed elementi anche da 2 m.

Si prende l’elemento barriera e si infila nel cono all’interno delle staffe di supporto, dall’alto: in un solo movimento, 2 o 3 metri di parapetto completo sono già posizionati.

Basta poi inserire il perno di blocco tra staffa e montante per evitare lo sfilamento verso l’alto.

Una volta montati tutti gli elementi barriera necessari alla tratta, si uniscono le singole barriere con elementi di collegamento da bloccare con due bulloni.

Facendo la media, questo sistema permette l’installazione di 1 metro di parapetto al minuto e quindi perfetto anche per installazioni provvisorie per manutenzioni e cantieri temporanei.

Non servono nemmeno gli attrezzi se non una sola chiave da 22 mm compresa nella fornitura del parapetto autoportante guard trac™

Elemento di giunzione tra due barriere guard trac™ e dettaglio della cremagliera a denti con chiavistello di blocco

Elemento di giunzione tra due barriere guard trac™ e dettaglio della cremagliera a denti con chiavistello di blocco. Con questo elementi è possibile giuntare le barriere con angoli che vanno dai 30° ai 330°

Le caratteristiche che consentono l’ottimizzazione del parapetto autoportante guard trac™

Le barriere regolabili in lunghezza

Per completare con precisione le tratte, i sistemi guard trac™ e guard trac™ plus prevedono l'impiego di barriere regolabili in lunghezza, dotate di elementi telescopici pre-forati e di un perno da utilizzare per fissare la lunghezza.

La regolazione può essere effettuata con incrementi di 25 mm.

Le barriere regolabili permettono di ottimizzare le tratte e non avere né sprechi di materiali né tagli o raccordi da fare sul posto

Il guard trac™ prevede elementi barriera regolabili da 1.50 fino 2.25 m e elementi regolabili da 2,27 m fino a 3 m.

il sistema guard trac™ plus prevede un solo elemento barriera regolabile da 2,0 m fino a 2,40 m

Staffe porta zavorra orientabili.

Le barriere, sia quelle fisse come quelle regolabili, sono dotate di settori dentati, come cremagliere.

Queste servono per regolare la rotazione della barriera rispetto alla staffa porta zavorra.

Il sistema, che prevede anche l’impiego di un chiavistello di blocco tra barriera e staffa, serve a creare allineamenti e angoli tra 2 barriere consecutive.

Angoli variabili tra i 30° e i 330° con incrementi di 15° alla volta.

Un bel vantaggio rispetto ai classici parapetti zavorrati che devono fare i conti con gli incroci e le sovrapposizioni delle staffe e delle zavorre.

IMPORTANTE: a differenza di altri parapetti zavorrati, il parapetto autoportante guard trac™ plus funziona in tutte le direzioni, indipendentemente da che parte stanno le zavorre. Cioè le zavorre possono stare lato interno come nel lato esterno.

Zavorre all'esterno in un parapetto autoportante guard trac™ plus

Installazione di un guard trac™ plus con zavorre verso l'esterno

Cancelletto regolabile per parapetto autoportante guard trac™.

Nel caso in cui sia necessario lasciare un’apertura, il sistema di parapetti autoportanti guard trac™ prevede un elemento cancelletto, anche questo regolabile in larghezza dagli 0,85 m fino a 1,10 m.

Il cancelletto è dotato di molla e chiavistello di chiusura.

Può essere installato in tutte le posizioni:

  • Apertura sinistra o destra;
  • Verso l’interno o verso l’esterno;

Anche il cancelletto si installa senza la necessità di alcuna attrezzatura.

dettaglio del cancelletto su un parapetto autoportante guard trac™ plus

Dettaglio di un cancelletto regolabile su parapetto autoportante guard trac™ plus

Parapetto autoportante salva spazio.

Elementi di zavorra compatti a basso ingombro.

Le zavorre di contrappeso del sistema parapetto autoportante ​​guard trac™ e guard trac™ plus sono piccole e sovrapponibili tra loro grazie al loro design di incastri e scanalature.

Questo offre il vantaggio di occupare meno superficie rispetto altri sistemi e di ridurre il rischio di inciampo.

Ogni elemento zavorra pesa 25 kg, ne servono minimo 2 per ogni staffa, 4 sulla staffa finale della tratta o in corrispondenza del cancelletto.

Due zavorre con staffa doppia, ingombrano al massimo 752 mm di profondità x 445 mm di larghezza.

Con 4 zavorre, l’ingombro è lo stesso perché queste si sovrappongono alle prime 2.

Nella versione guard trac™plus, la staffa intermedia può essere singola, con sole 2 zavorre sovrapposte: in questo caso l’ingombro a terra si riduce a 525 mm di profondità per 445 mm di larghezza.

Per avere un paragone, molti sistemi zavorrati presenti sul mercato hanno ingombri che arrivano fino a 1,2/1,5 m di profondità.

Installazione di un parapetto autoportante guard trac™ a protezione lucernari shed

Lucernari shed su un tetto Fotovolatico a travi alari. Il parapetto autoportante guard trac™ ha una zavorra con pochissimo ingombro

Un caso di successo dove abbiamo impiegato il parapetto autoportante guard trac™

C’è un caso studio in cui abbiamo utilizzato con successo i parapetti autoportanti guard trac™ plus.

Come protezione anticaduta permanente lucernari tipo shed su copertura prefabbricata con travi alari.

Se non si sa esattamente cosa sia una copertura a shed e quali problematiche di rischio caduta presenta, consiglio la lettura dell’articolo: Shed e finestrature verticali: come si progetta un sistema anticaduta industriale efficiente.

Nel nostro caso, l’unico modo per proteggere contro le cadute le finestrature verticali degli shed prefabbricati era installare un parapetto autoportante.

Non avendo molto spazio alla base, quello che è il compluvio della trave alare, abbiamo risolto con il parapetto autoportante guard trac™plus.

E le sue basi zavorrate dal basso ingombro.

Se pensi che un parapetto autoportante tipo guard trac™ o guard trac™ plus sia un sistema che possa risolvere la tua situazione di rischio caduta, contattaci.

Scarica il manuale di guard trac™e guard trac™ plus

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Kit DPI anticaduta tetti fotovoltaici https://www.in-safety.it/kit-anticaduta-tetti-fotovoltaici-dpi/ https://www.in-safety.it/kit-anticaduta-tetti-fotovoltaici-dpi/#respond Thu, 25 May 2023 14:30:17 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7515 I consigli da parte degli specialisti e da C.A.M.P. Un kit anticaduta tetti fotovoltaici va composto con criterio e non ci si può affidare al primo prodotto sul primo scaffale. Perchè per lavorare sui tetti a rischio caduta dall’alto muovendosi con linee vita e i dpi, attraverso i pannelli fotovoltaici, o trasportando gli stessi, richiede molta più attenzione rispetto…

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I consigli da parte degli specialisti e da C.A.M.P.

Un kit anticaduta tetti fotovoltaici va composto con criterio e non ci si può affidare al primo prodotto sul primo scaffale.

Perchè per lavorare sui tetti a rischio caduta dall’alto muovendosi con linee vita e i dpi, attraverso i pannelli fotovoltaici, o trasportando gli stessi, richiede molta più attenzione rispetto ad un tetto libero da ostacoli.

Un dpi sbagliato o non compatibile con la linea vita o con la forma del tetto, può non fornire sufficiente protezione

Un set di DPI scomodi o poco pratici da usare può contribuire all’adozione, da parte dei lavoratori, di comportamenti poco sicuri.

In seguito alla nostra esperienza con numerosi installatori, manutentori e progettisti di impianti fotovoltaici, parlando con loro delle loro attività ed esigenze, abbiamo pensato di fornire alcune idee pratiche e una selezione di prodotti per comporre il proprio kit anticaduta tetti per fotovoltaici.

Ci ha aiutato C.A.M.P., azienda specializzata in produzione DPI anticaduta, con uno ampissimo catalogo di imbracature e cordini adatti a tutte le esigenze.

Kit anticaduta tetti fotovoltaici, le variabili da considerare.

Come abbiamo scritto sull’articolo “Sistemi di ancoraggio: l'ABCD dell'anticaduta”, un sistema di ancoraggi anticaduta deve innanzitutto impedire ad un lavoratore di arrivare al bordo di caduta.

In questo caso si parla di sistemi a caduta totalmente impedita o “trattenuta”, i più sicuri perché evitano l’evento caduta e tutto ciò che ne consegue.

Importante è anche l’ergonomia del sistema di ancoraggio: questo è più ergonomico quando riduce al minimo il numero di cordini necessari e il numero di manovre da effettuare per rimanere in sicurezza.

Meno manovre, meno possibilità di errori, più sicurezza.

Un kit DPI anticaduta è ergonomico se pratico e facile da usare.

Deve essere intuitivo, a prova di errore e flessibile, cioè adattabile e utilizzabile nella maggior parte degli scenari possibili.

Operai senza kit anticaduta tetti fotovoltaici mentre installano pannelli solari sul tettoI kit imbracature per chi lavora sugli impianti fotovoltaici.

Se parliamo di imbracature da comprendere in un kit anticaduta tetti fotovoltaici, queste devono essere adatte al tipo di corporatura (dimensioni e peso) al tipo di lavoro, all’intensità e alla durata di questo. Infine alla frequenza di utilizzo.

Come abbiamo specificato più volte, ad esempio nell’articolo “Imbracatura anticaduta: guida alla scelta corretta”, tra le caratteristiche più importanti cui fare attenzione ci sono il peso, la taglia e la vestibilità.

Se si tiene addosso tutto il giorno, come quando ci si occupa del lavaggio dei moduli, anche 100 grammi in meno possono fare la differenza.

A fine giornata, quei pochi grammi possono sembrare chili.

Viceversa, per interventi brevi ed urgenti come rapide ispezioni agli inverters o piccole riparazioni, un'imbracatura con attacchi rapidi, le cui fibbie aggiungono un po’ di peso, potrebbe aiutare ad accorciare i tempi di intervento senza compromessi sulla sicurezza.

Imbracatura QUANTUM di C.A.M.P.

Imbracatura Quantum di C.A.M.P. vista da davanti e dettaglio cosciali

Imbracatura QUANTUM con dettaglio dei cosciali imbottiti – foto C.A.M.P.

la Quantum é un’imbracatura molto particolare in quanto gli attacchi anticaduta, sia quello dorsale che sternale, sono entrambi tessili e la presenza di metallo è ridotta al minimo.

Questo permette di avere un’imbracatura molto comoda, con tante regolazioni e che pesa meno di un 1kg.

Inoltre, ha una leggera imbottitura sulle spalle e anche sui cosciali: entrambi sono conformati e girano attorno alla coscia esattamente come quelli di un’imbracatura da sospensione.

È prodotta in due misure ed è quindi adatta a tutte le corporature, anche le più robuste.

La questione se scegliere, per un kit anticaduta tetti fotovoltaici, la taglia giusta o una taglia unica è più che mai attuale.

Dopo lo scoppio della pandemia del 2020, abbiamo tutti preso abitudini un po’ più igieniche, smettendo di adottare kit imbracature “di squadra” per preferire le imbracature personali.

In special modo dopo una giornata su un tetto fotovoltaico, sotto il sole, quando le imbracature si imbevono di sudore.

Assegnando imbracature personali, vale la pena scegliere modelli con taglie diverse per scegliere quella che si adatta meglio.

Buoni materiali, giusto peso, giusta taglia e facilità di regolazione, rendono l’imbracatura uno strumento utile, tutt'altro che fastidioso o ingombrante.

Imbracature SWIFTY LIGHT e FOCUS LIGHT XT

Imbracature Swifty Light e Focus Light

A sinistra imbracatura SWIFTY LIGHT, fronte e retro. A destra, imbracatura FOCUS LIGHT XT – foto C.A.M.P.

Tra i modelli taglia unica di C.A.M.P., le imbracature da consigliare per chi lavora sui tetti fotovoltaici sono la SWIFTY LIGHT e la FOCUS LIGHT.

La Swifty Light ha fibbie automatiche ad aggancio/sgancio rapido STS.

Come abbiamo già detto, gli sganci rapidi sono molto utili per chi indossa l’imbracatura spesso e per lavori di breve durata.

È anche molto più comoda da indossare.

La Focus Light XT è un'imbracatura anticaduta certificata sia EN 361 sia ANSI, quindi adatta ad essere utilizzata anche nel mercato statunitense.

La vestizione è semplificata dagli agganci rapidi STS e il punto di ancoraggio sternale è in metallo, non le solite asole A/2.

Sono inoltre dotate di un sistema HOOK Rest sugli spallacci di cui abbiamo già parlato nell’articolo “Cordini anticaduta a Y e uso degli hook parking”

Ha una leggera imbottitura sui cosciali e un’imbottitura anche sugli spallacci che la rendono molto comoda.

Per maggiori dettagli sulle imbracature C.A.M.P. consigliamo la lettura dell’articolo Imbracature anticaduta: quello che devi sapere e le proposte di C.A.M.P da cui abbiamo tratto le descrizioni.

I kit cordini di posizionamento.

Regolabile vuol dire allungabile quanto serve per rimanere all’interno del tetto fotovoltaico in completa trattenuta.

Piuttosto che un cordino ritorto con fibbia ovale stile “guinzaglio per cani”, è meglio scegliere un cordino EN 358 con dispositivo a molla che ne consenta una regolazione precisa, anche con una sola mano.

Anche con cordino in tensione.

Cordino di posizionamento regolabile ROPE ADJUSTER e DRUID LANYARD

Cordini da inserire in un kit anticaduta tetti fotovoltaici ROPE ADJUSTER e DRUID LANYARD per il posizionamento

Cordini di posizionamento: a sinistra ROPE ADJUSTER, a destra DRUID LANYARD – foto C.A.M.P.

Il cordino della serie ROPE ADJUSTER di C.A.M.P. é un coordino di posizionamento regolabile con corda da 12.5 mm.

È molto facile da usare grazie al regolatore ergonomico a molla in alluminio ed è disponibile con fune da 2, 5, 10 o 20 metri.

Se invece serve un dispositivo di posizionamento dalle prestazioni più precise, regolabile millimetricamente anche sotto massima tensione, allora il cordino di posizionamento che fa per voi è il DRUID LANYARD.

La camma di bloccaggio del dispositivo con fune da 11 mm, permette un'azione delicata sulla corda che evita l'usura precoce e consente l'assorbimento di leggeri shock attraverso un piccolo scorrimento della corda all'interno del dispositivo.

La regolazione è semplice ed intuitiva: per accorciare basta semplicemente tirare la corda facendola scorrere all'interno del dispositivo.

Nelle situazioni di carico limitato è possibile allungare il cordino utilizzando il comodo grilletto, mentre la leva di azionamento viene usata in situazioni di tensione completa.

Utilizzabile anche per la creazione di un punto di ancoraggio temporaneo attorno ad una struttura come da norma EN 795/B.

Kit cordini anticaduta e di tipo guidato.

Per muoversi in progressione attacca-stacca sui tetti fotovoltaici, come quando si risale la falda per raggiungere la linea vita di colmo, servono cordini a Y da 1,7-2 metri.

Quelli con fettucce elastiche, quando non in uso, restano più corti ed evitano la possibilità di inciamparci.

Se sul tetto c’è la linea vita a cavo metallico, evitare i connettori palmari a grande apertura (c’è chi li chiama "chele") perché sono grandi, pesanti e sono utili solo con tralicci e tubi innocenti.

Meglio connettori palmari piccoli e in alluminio.

Cordini a Y della serie RETEXO REWIND con connettori a doppia leva

cordino REWIND RETEXO

Cordino a Y EN 355 della serie RETEXO REWOND con connettori doppia leva in alluminio, leggeri e adatti all'uso con linee vita – foto C.A.M.P.

I cordini della serie Retexo Rewind a norma EN 355 rispondono in pieno a quanto appena consigliato: sono composti da bracci in fettuccia elastica e sono certificati per utilizzo orizzontale su spigolo vivo (r>= 0.5 mm).

Hanno un dissipatore di energia leggero e compatto, di ultima generazione. Apribile e ispezionabile.

Certificato per utilizzatori di peso massimo fino a 130 kg, perfetto anche come seconda connessione, sui tetti fotovoltaici con linea vita al colmo e antipendolo laterali.

Come tutti i DPI di nuova generazione di C.A.M.P., é dotato di chip NFC per l'identificazione digitale tramite sistema in cloud Exteryo Safety 4.0

Cordini con anticaduta di tipo Guidato BLIN KIT e GOBLIN

GOBLIN e BLIN kit anticaduta tetti fotovoltaici cordini con anticaduta guidato

A sinistra, dispositivo anticaduta guidato EN 353-2 GOBLIN. A destra il BLIN KIT, già integrato in una sua fune – foto C.A.M.P.

Infine, bisogna scegliere con cura il cordino con dispositivo anticaduta guidato.

Sul mercato ci sono due possibilità:

  • o un sistema chiuso, come il BLIN KIT,
  • o un dispositivo apribile con fune intercambiabile come il GOBLIN.

Nel primo caso, BLIN KIT, l’operatore non può cambiare la fune e quindi non può nemmeno sbagliare ad inserire il dispositivo guidato.

La fune si può comunque sostituire in caso di usura.

Tra l’altro è lo stesso dispositivo che monta la scala BRANACH Euro Fall Control System.

Con un dispositivo apribile come il GOBLIN c’è più flessibilità ma c’è anche bisogno di maggiore formazione e addestramento: se l’operatore sbaglia e lo installa al contrario, il dispositivo non funziona e il sistema diventa molto pericoloso.

Tutti i connettori dovrebbero essere automatici e a 3 movimenti, in acciaio: il meglio in fattore sicurezza.

Evitano che l’operatore si scordi di chiudere la ghiera o peggio.

Il materiale acciaio è meno delicato della lega di alluminio, cosa importante soprattutto se chi li usa non è un operatore molto esperto.

L’uso di un dispositivo di tipo retrattile sul tetto fotovoltaico.

I retrattili possono essere molto comodi, soprattutto quando si spostano i pannelli fotovoltaici.

Il cavo, srotolandosi e ritraendosi automaticamente, lascia le mani libere all’operatore e aiuta ad evitare gli inciampi sulle corde.

L’uso degli anticaduta retrattili EN 360 in abbinamento alle linee vita tetto ha però delle controindicazioni:

  1. come prima cosa, la più importante, non impediscono la caduta ma entrano in funzione solo dopo la caduta, arrestandola e con fattore caduta tra 1 e 2; in parole povere, non si realizza un sistema a caduta impedita.
  2. non tutti i retrattili sul mercato sono certificati per funzionare in orizzontale, sui tetti, in presenza degli spigoli della gronda.
  3. non tutte le linee vita, specialmente quelle provvisorie, sono compatibili con i dispositivi retrattili: secondo la EN 795, il fabbricante della linea vita deve dichiarare se compatibile e con quali dispositivi (marche e modelli) ha fatto le prove.

Se non si tiene conto delle 3 condizioni di cui sopra, si possono inserire importanti fattori di rischio per gli installatori e i manutentori sui tetti fotovoltaici.

Dispositivi retrattili serie COBRA di C.A.M.P.

serie anticaduta retrattili COBRA di C.A.M.P., dal 10 m fino al 30 m

Serie anticaduta retrattili COBRA di C.A.M.P.: da sinistra, il 10, 15, 20, 30 mt – foto C.A.M.P.

Nel catalogo C.A.M.P. troviamo la serie di dispositivi COBRA

Grazie all'assorbitore di energia esterno, sono certificati anche per utilizzo orizzontale e inclinato, compatibili con le falde dei tetti fotovoltaici.

Sono dotati di cavi in acciaio zincato da 4.8 mm di diametro con carico di rottura 12 kN e lunghezze varie: 10, 15, 20 e 30 metri.

Inoltre sono dotati di assorbitore di energia integrato all'interno del meccanismo.

Legare sempre gli attrezzi, anche sui tetti fotovoltaici.

Come ultima raccomandazione, anche se non ultima come importanza, lavorando in quota con strumenti e attrezzature varie, è bene assicurarli con l’ausilio di guinzagli e tool bags.

serie di porta attrezzi da abbina re ad un kit anticaduta tetti fotovoltaici

Da sinistra, POCKETS da appendere all'imbracatura, serie di guinzagli da attrezzi, diversi in base al peso dello strumento. A destra, un TOOL BAG – foto C.A.M.P.

Mettere sempre l’elmetto.

È necessario e importante, nei lavori in quota su tetti fotovoltaici, indossare un caschetto di protezione EN 397 con sottogola e con protezione dielettrica a 440 V a.c.

Come il casco ARES di C.A.M.P.

Elmetto ARES

Elmetto ARES – foto C.A.M.P.

Il casco che meglio integra comfort, funzionalità ed elevati standard prestazionali garantendo la migliore sicurezza in una gran varietà di applicazioni, sia nei lavori a terra che in quelli in quota.

La totale assenza di elementi metallici evita qualsiasi problematica di corrosione.

Il casco ARES ha ottenuto le seguenti certificazioni:

  1. EN 397 che include ben quattro requisiti facoltativi: deformazione laterale (LD), isolamento elettrico (440 V a.c.), temperatura molto bassa (-20°C), spruzzi di metallo fuso (MM);
  2. EN 50365 Classe 0, per l'uso in prossimità di installazioni elettriche fino a 1000 V c.a. o 1500 V c.c.;

Qualunque sia la tua esigenza, se lavori su impianti in quota e hai bisogno di capire quale kit anticaduta tetti fotovoltaici ti serve, contattaci.

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Fall Arrest, il carrello anticaduta per tutte le pendenze e direzioni https://www.in-safety.it/fall-arrest-il-carrello-anticaduta-per-tutte-le-pendenze-e-direzioni/ https://www.in-safety.it/fall-arrest-il-carrello-anticaduta-per-tutte-le-pendenze-e-direzioni/#respond Tue, 16 May 2023 07:00:26 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7494 Funziona sia sulle linee vita orizzontali sia sulle linee vita verticali per scale Il carrello Fall Arrest di Harken Industrial, codice INCAR 360, è un nuovo dispositivo che, abbinato alla rotaia anticaduta R27 LS, permette di realizzare sistemi ad arresto caduta da orizzontali fino ai verticali, passando per tutte le pendenze intermedie, con un solo dispositivo. Quindi utilizzabile, ad esempio,…

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Funziona sia sulle linee vita orizzontali sia sulle linee vita verticali per scale

Il carrello Fall Arrest di Harken Industrial, codice INCAR 360, è un nuovo dispositivo che, abbinato alla rotaia anticaduta R27 LS, permette di realizzare sistemi ad arresto caduta da orizzontali fino ai verticali, passando per tutte le pendenze intermedie, con un solo dispositivo.

Quindi utilizzabile, ad esempio, per creare sistemi di arresto caduta:

  • per risalire o scendere falde di tetto molto inclinate,
  • lungo percorsi scoscesi come ad esempio le vie di servizio a fianco delle condotte forzate;
  • per la manutenzione di piani inclinati di macchinari come i nastri trasportatori.

Un unico dispositivo testato e certificato sia con la norma EN 795/D ( ancoraggi orizzontali rigidi fino a 15° di inclinazione) sia con la norma EN 353-1 (linee vita verticali rigide dai 75° ai 90° di inclinazione).

Ma che si attiva in tutte le direzioni, anche con pendenze non previste da norme tecniche specifiche: quella che si può definire una “zona grigia”, ovvero tra i 15° e i 75°.

Linee vita orizzontali, verticali ma non inclinate: la zona grigia della normativa.

Esistono 3 norme a cui fare riferimento se parliamo di anticaduta e sistemi di ancoraggio lineari rigidi.

UNI EN 795:2012 e UNI 11578:2015.

Le norme UNI EN 795 e UNI 11578, che normano la costruzioni di ancoraggi lineari orizzontali Tipo D, cosiddetti a binario o a rotaia.

Questi devono resistere a sollecitazioni perpendicolari alla loro lunghezza e possono essere testati e certificati per uno o più operatori in contemporanea.

Possono essere inclinati al massimo di 15° rispetto al piano orizzontale, inclinazione oltre la quale vi è il rischio, a seguito di una sollecitazione, dello slittamento del connettore o del carrello verso il basso; cosa che potrebbe amplificare pericolosi effetti pendolo.

La differenza tra i dispositivi costruiti secondo la prima o la seconda normativa tecnica, come abbiamo spiegato più volte, è la possibilità o meno di poterne ispezionare gli ancoranti ed eventualmente rimuoverle.

Angoli di funzionamento e schema delle normative di riferimento in base alla pendenza rispetto il pianto orizzontale

Angoli di funzionamento e schema delle normative di riferimento in base alla pendenza rispetto il pianto orizzontale – immagine HARKEN

UNI EN 353-1:2018

Tale norma regola i dispositivi anticaduta di tipo guidato comprensivi di ancoraggio rigido.

Sono dette anche linee vita verticali ( o rotaie verticali) e ne abbiamo discusso la funzionalità anche nell’articolo: “Linee vita verticali dentro scale con gabbia: sono sicure?”.

I dispositivi per l'anticaduta verticale costruiti seguendo questa norma, vengono testati e certificati per funzionare tra i 75° e i 90°. I dispositivi certificati secondo questa norma rientrano a tutti gli effetti nei DPI di terza categoria.

Sul mercato, la maggior parte dei produttori realizza solo rotaie anticaduta orizzontali.

Alcuni, anche le rotaie per uso linea vita verticale anche se in genere sono sempre due sistemi distinti.

Quantomeno i carrelli: cioè se la rotaia è la stessa, il profilo intendo, il carrello per uso orizzontale è una cosa, quello per l’uso verticale, un’altra.

Rotaia in pendenza su scala ripida impianto industriale

Rotaia in pendenza su scala ripida di un impianto industriale – foto HARKEN

Il Sistema Fall Arrest INCAR 360 + R27LS funziona in orizzontale, in verticale ma anche in pendenza

Harken Industrial ha realizzato un carrello multidirezionale (da qui il “360” nel codice prodotto) che è in grado di arrestare una caduta sia in abbinamento ad una rotaia orizzontale sia su una rotaia verticale.

Ma quel che lo rende ancora più speciale è che riesce ad arrestare una caduta anche su rotaie inclinate tra i 15° e i 75°.

Un range di inclinazione per il quale non esiste norma tecnica precisa e che comporta tutta una serie di difficoltà che non sono facili da risolvere.

Infatti il carrello si deve azionare sotto carichi che possono andare in tutte le direzioni, su, giù, destra e sinistra.

Per poterlo testare e certificare, HARKEN INDUSTRIAL ha seguito un specifica europea, la PPE-R/11-116 (v2) che riguarda le installazioni tra i 16° e i 74° e che indica quali test potrebbe fare un costruttore.

Come funzione il carrello Fall Arrest.

Il carrello Fall Arrest è certificato come punto di ancoraggio mobile EN 795 Tipo B.

È un puro concentrato di tecnologia nello stile in cui ​​​​HARKEN INDUSTRIAL ci ha ormai abituato.

Il corpo centrale del carrello ha forme minimal ed ergonomiche, con un bel design.

La parte inferiore è composta da pattini ad alta resistenza che, insieme al ricircolo di sfere in Torlon®, rendono il carrello scorrevolissimo sulla rotaia R27LS.

L’arresto caduta funziona grazie a due elementi che lavorano insieme:

  1. il freno eccentrico che si attiva con l’accelerazione;
  2. la leva, collegata al sistema di connessione, che preme sulla rotaia;

Il bello è che avviene in tutte le direzioni, sia verso destra sia verso sinistra così come in avanti o indietro.

Per questo è in grado di proteggere chi usa scale (o rampe) molto ripide, sia mentre sale sia mentre scende, senza dovere girare il carrello.

La leva è dotata di un dissipatore metallico che si conclude in un’ampia asola in cui è inserito un connettore piroettante, con chiusura a 3 movimenti che va diretto all’imbracatura.

Carrello su rotta in orizzontale

All'arrivo della scala, la rotaia torna orizzontale, il carrello non perde la sua efficacia – foto HARKEN

Il dissipatore metallico fa sì che la durata del carrello salga a 30 anni, 20 anni in più rispetto ai canonici 10 anni dei carrelli dotati di dissipatore tessile.

Il connettore piroettante e l’asola sovradimensionata permettono l’applicazione, quando non usato in modalità verticale (EN 353-1), di una lounge, un cordino o una fune con anticaduta guidato per l'utilizzo su coperture o vie di passaggio (passerelle, camminamento a rischio caduta).

Infine, il carrello Fall Arrest INCAR 360 può essere bloccato manualmente in una data posizione, semplicemente premendo l’apposito pulsante sulla leva.

Funzione fondamentale se ci si deve allontanare, ad esempio, da una rotaia inclinata lasciandovi il carrello.

Uso verticale del carrello per l'anticaduta scale

Uso verticale del carrello per l'anticaduta scale – a sinistra foto FAP, consorziato IN-SAFETY®. A destra, foto HARKEN

Prossimi step del carrello Fall Arrest INCAR 360.

Il sistema Fall Arrest con carrello INCAR 360 e rotaia R27LS è un progetto work-in-progress.

HARKEN INDUSTRIAL sta lavorando, ad esempio, sulla certificazione per l’utilizzo con tratti di rotaia curvi sul piano verticale.

Cioè curve verso l’alto o curve verso il basso.

Appena l’iter sarà completato, grazie al carrello Fall Arrest INCAR 360 si potranno realizzare sistemi di arresto caduta continui, con rotaie che passano da verticali ad orizzontali o inclinate… e viceversa.

Sistemi che potranno quindi essere percorsi nella massima ergonomia e sicurezza perché non ci sarà più bisogno di staccarsi, neanche su percorsi complessi e su più livelli.

Per quanto riguarda l’uso su rotaie curve orizzontali (vedi norma EN 795/D), il carrello è già certificato.

Con il sistema Fall Arrest e carrello INCAR 360, la tecnologia al servizio della sicurezza ha fatto un ulteriore passo avanti.

Per saperne di più e per un’offerta, contattaci compilando il modulo apposito.

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Reti di sicurezza in polipropilene e poliammide: non tutti sanno che… https://www.in-safety.it/reti-di-sicurezza-in-polipropilene-e-poliammide/ https://www.in-safety.it/reti-di-sicurezza-in-polipropilene-e-poliammide/#respond Tue, 09 May 2023 06:00:35 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7480 Quali le tipologie definite dalla normative, come sceglierle e come installarle Le reti di sicurezza anticaduta in polipropilene e poliammide sono dei sistemi anticaduta di tipo collettivo. Rientrano tra le opere provvisionali per la messa in sicurezza contro le cadute dall’alto su coperture e vani tecnici in costruzione. Sono il sistema anticaduta collettivo più utilizzato, ad esempio, nella bonifica…

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Quali le tipologie definite dalla normative, come sceglierle e come installarle

Le reti di sicurezza anticaduta in polipropilene e poliammide sono dei sistemi anticaduta di tipo collettivo.

Rientrano tra le opere provvisionali per la messa in sicurezza contro le cadute dall’alto su coperture e vani tecnici in costruzione.

Sono il sistema anticaduta collettivo più utilizzato, ad esempio, nella bonifica di coperture in cemento-amianto.

Sono reti tessili molto flessibili e possono essere adattate a svariate situazioni tecniche.

Possono infatti essere installate in verticale, in orizzontale e possono essere realizzate anche su misura.

La scelta della rete e il suo utilizzo devono però essere fatti sulla base di precise normative e seguendo le indicazioni di installazione del produttore e del progettista.

In questo articolo, scritto in collaborazione con Reti Brembo, spiegheremo le varie tipologie, gli impieghi possibili e come vanno installate.

reti di sicurezzaTipo S installate da Smart Vita

Installazione di reti anticaduta Tipo S per i lavori i restauri della chiesa di Santa Maria a Gradi di Arezzo, ad opera di Smart Vita, consorziato IN-SAFETY® – foto Smart Vita

Le reti di sicurezza anticaduta dall'alto e le norme che ne regolano uso e costruzione.

Sul T.U. della Sicurezza D.lgs 81/2008 non esiste un articolo specifico per le reti anticaduta provvisorie.

Si possono applicare gli artt. 111 e 122.

Articolo 111 – Obblighi del datore di lavoro nell’uso di attrezzature per lavori in quota

  1. Il datore di lavoro, nei casi in cui i lavori temporanei in quota non possono essere eseguiti in condizioni di sicurezza e in condizioni ergonomiche adeguate a partire da un luogo adatto allo scopo, sceglie le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, in conformità ai seguenti criteri:
  • priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;
  • dimensioni delle attrezzature di lavoro confacenti alla natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi. [segue…]

Articolo 122 – Ponteggi ed opere provvisionali

  1. Nei lavori in quota, devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o comunque precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose conformemente ai punti 2, 3.1, 3.2 e 3.3 dell’ALLEGATO XVIII [segue… ]

Normative tecniche di costruzioni riguardanti le reti in polipropilene e poliammide

reti di sicurezza Tipo T

Rete anticaduta Tipo T – foto Reti Brembo

Le norme tecniche di riferimento sono principalmente 2:

  • la UNI EN 1263-1-2:2015
  • la UNI 11808-1-2:2021

Le reti anticaduta in polipropilene o poliammide sono normate dalla UNI EN 1263 1-2:2015 che le suddivide in base alla modalità di impiego e ne detta dimensioni, materiali, prestazioni e metodi di prova.

La norma UNI EN 1263-1/2 le suddivide principalmente la rete anticaduta in 4 tipologie, in base al fatto se vengono impiegate in verticale o in orizzontale, con o senza una specifica struttura di sostegno.

Reti Tipo V per uso verticale per la protezione ultimo piano edificio.

La rete in polipropilene o rete in poliammide Tipo V è una rete di sicurezza con maglia 100 mm x 100 mm e con una fune perimetrale.

Si installa in posizione verticale ad un sostegno a L rovesciato detto “a forca” per la protezione contro le cadute laterali che possono verificarsi dall’ultimo piano di un edificio.

La rete parte dall’alto e si chiude in basso a sacco, contro la struttura dell’edificio.

reti di sicurezza anticaduta Tipo U usate come parapetto

Utilizzo delle reti di sicurezza Tipo U come parapetto in preparazione dell'installazione di un impianto Fotovoltaico su copertura industriale. A destra, sistema di fissaggio a cinghie dei montanti regolabili a L – foto Reti Brembo

Reti Tipo U per uso tipo parapetto anticaduta o parapetto in rete.

Si usano a protezione dei bordi di una copertura o piano intermedio.

Le reti di sicurezza Tipo U sono reti in polipropilene o reti in poliammide conformi alla UNI EN 1263-1/2, sono impiegate come parapetti anticaduta per la protezione dei bordi.

Posso avere maglia quadrata di 100 mm oppure una maglia quadrata di 60 mm.

Questa deve essere attaccata ad una intelaiatura di sostegno per utilizzo verticale e vincolata ad essa tramite idonea fune o cinghia.

Questa intelaiatura deve avere almeno 2 correnti tubolari.

Vincolandola ad appositi sostegni verticali, deve essere installata in conformità alla norma EN 13374, che è quella dei parapetti

provvisori. Ovvero parapetti in rete.

Reti Tipo T per uso orizzontale a protezione dei bordi.

Le reti di protezione in polipropilene Tipo T si vincolano mediante fune perimetrale ad apposite strutture orizzontali a mensola installate all’esterno dei bordi di un edificio o copertura.

Reti di sicurezza orizzontali Tipo S.

Sono le reti in polipropilene o reti in polipropilene da impiegare in orizzontale o semi-orizzontale.

A differenze dei 3 tipi prima citati, questa rete tessile non ha obbligo di struttura di sostegno: si vincola alla struttura del vano vuoto che deve proteggere, sulla quale si fissano gli ancoraggi meccanici.

Questi ancoraggi meccanici come golfari o tasselli a riccio, serviranno per fissare la fune perimetrale. Questa dovrà avere resistenza certificata di 30 kN.

Le reti di protezione Tipo S sono le uniche la cui norma prescrive misure minime di 5 metri per 7 mt. Non possono essere più piccole.

reti di sicurezza Tipo U su edificio residenziale

UN altro esempio di installazione reti di sicurezza Tipo U su copertura di tipo residenziale – foto reti Brembo

Reti di sicurezza in polipropilene di piccola misura secondo UNI 11808.

L’ente Italiano ha recentemente emanato, anche dietro la spinta di produttori di rete italiani, le norme tecniche UNI 11808-1 e UNI 11808-2.

Norme tecniche che forniscono dimensioni, prestazioni e metodi di prova per reti anticaduta ad uso orizzontale di piccole dimensioni, più piccole delle reti a norma UNI EN 1263.

Queste sono reti di due tipi: Tipo XS e Tipo YS.

Reti di sicurezza Tipo XS secondo UNI 11808-1.

Sono reti quadrate il cui lato va dai 3 ai 5 mt. Devono avere una fune di bordo e si installano su strutture fisse, come le reti Tipo S.

Reti di protezione anticaduta Tipo YS secondo UNI 11808-2.

Questa norma identifica dimensioni, prestazioni e metodi di prova per le reti ad uso orizzontale di tipo rettangolare con lato minimo dai 2 ai 3 mt, lato lungo non inferiore ai 4 mt.

I limiti di applicazione delle reti di sicurezza di piccole dimensioni secondo UNI 11808.

Se da una parte, la norma UNI 11808 permette di poter utilizzare reti di dimensioni inferiori, con risparmio di peso e ingombro, dall’altra parte queste reti presentano maggiori criticità e limiti di impiego più stringenti rispetto alle reti di sicurezza Tipo S.

Ad esempio, l’altezza di installazione rispetto al piano di calpestio sul quale si trova l’operatore che deve proteggere.

Le reti in polipropilene e poliammide certificate Tipo S secondo UNI EN 1263 possono essere installate fino a 6 m più in basso (consigliati 3 mt) rispetto i piedi l’operatore.

Tradotto, devono resistere e contenere la caduta di un corpo di 100 kg che cade da 7 m (1 mt è l’altezza del baricentro di caduta misurato dai piedi: 6 m + 1 m).

La deformazione non deve superare il 50% del lato più corto. Ne consegue che il tirante d’aria libero sotto una rete di Tipo S (lo spazio privo di ostacoli necessario ad arrestare la caduta) dovrà essere minimo 2,5 m.

Con le reti di sicurezza piccole, cambiano le altezze.

Una rete Tipo XS può invece essere installata al massimo fino a 2 m dai piedi dell’operatore. Le reti di sicurezza Tipo YS ammettono al massimo 0,5 m.

Altezze di caduta maggiori di queste potrebbero causare strappi alla rete o “rimbalzi fuori dalla rete”.

Per approfondire la questione, si può leggere il Quaderno di ricerca INAIL dal titolo: Criticità delle reti di sicurezza di piccole dimensioni a cura Luca Rossi e Francesca Maria Fabiani.

collaudo fissaggio reti di sicurezza

Fasi di collaudo dei fissaggi e dei cavi perimetrali prima dell'installazione di una rete Tipo S – cantiere chiesa S.M. a Gradi, Arezzo – foto Smart Vita

Chi può installare le reti di sicurezza?

Attualmente non esiste una norma che qualifichi in modo specifico un installatore di reti di sicurezza in polipropilene anche se sappiamo che è in fase di elaborazione (stay tuned).

L’installatore dovrebbe essere almeno formato dal produttore dei sistemi anticaduta e delle reti, siano queste a norma UNI EN 1263 oppure a norma UNI 11808.

Dovrà conoscere i materiali principali e i sistemi di ancoraggio richiesti.

Gli potrebbe venire richiesto di collaudare a campione gli ancoranti… e quindi deve essere attrezzato specificatamente.

In ogni caso si dovrà scrupolosamente attenersi al manuale e, se l’installazione non rientra nelle casistiche riportate su questo, al progetto che dovrà essere redatto da un progettista incaricato, un professionista abilitato al calcolo della resistenza delle strutture.

 

Ispezione e manutenzione delle reti di sicurezza in polipropilene e poliammide.

Le verifiche a cui devono essere sottoposte le reti di sicurezza sono di 3 tipi:

  1. Verifica annuale da parte del fabbricante che consiste nel testare una maglia campione. Le maglie campione sono 3, una per ogni anno dalla sua installazione fino a scadenza del prodotto.
  2. Verifica periodica all’installazione e allo smontaggio da parte dell’installatore: questi dovrà assicurarsi del buono stato della rete prima dell’installazione e dopo lo smontaggio.
  3. Ispezione visiva giornaliera: prima dell'inizio della giornata lavorativa, si deve controllare che la rete non abbia subito strappi o che non sia stata sganciata per qualche motivo.
corso di formazione installazione reti di sicurezza

Giuseppe Besana di reti Brembo durante un corso per installare le reti di sicurezza anticaduta in polipropilene e poliammide

Altri tipi di rete di sicurezza.

Oltre alle reti delle tipologie previste dalle citate norme, esistono anche altri tipi di rete.

Ad esempio le reti anti caduta detriti, con maglie molto più piccole. Oppure teli anti polvere.

Queste possono essere abbinate tra di loro per creare una rete antidetriti + anti polvere.

Oppure abbinate alle reti di sicurezza per creare sistemi anticaduta persone + detriti + polvere.

Ma non finisce qui, ci sono reti di sicurezza per casi specifici.

Con Reti Brembo, società specializzata in reti di sicurezza e che fa SOLO reti di sicurezza (al contrario di retifici generici le cui reti anticaduta sono solo uno degli articoli a catalogo) è possibile lavorare a progetti speciali.

Come IN-SAFETY® ci è capitato, ad esempio, di realizzare reti per proteggere da caduta le finestrature di veicoli e carrozze ferroviarie in costruzione, momentaneamente prive di vetri.

Queste e altre applicazioni fuoriescono dalla disciplina delle norme tecniche in materia di dimensioni minime e limiti di applicazione.

In questo caso, Reti Brembo ha verificato la fattibilità e la possibilità d’uso delle sue reti, da cucire su misura, e ha redatto uno specifico manuale d’uso e manutenzione.

L’utilizzatore si attiene scrupolosamente a questo.

Se hai bisogno di reti di sicurezza in polipropilene e poliammide, progettazione fornitura (o noleggio) e posa, puoi rivolgerti agli specialisti IN-SAFETY® abilitati da Reti Brembo.

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Bracci davit made in Italy fino a 3 operatori Genesi SC https://www.in-safety.it/bracci-davit/ https://www.in-safety.it/bracci-davit/#respond Wed, 26 Apr 2023 06:00:24 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7446 La nuova linea di dispositivi Genesi SC per l’accesso e il soccorso in spazi confinati o sospetti di inquinamento. I nuovi bracci davit e i dispositivi per spazi confinati della linea Genesi SC sono stati pensati e certificati fino a 3 operatori in contemporanea, i primi della loro categoria made in Italy e con accessori di produzione esclusivamente…

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La nuova linea di dispositivi Genesi SC per l’accesso e il soccorso in spazi confinati o sospetti di inquinamento.

I nuovi bracci davit e i dispositivi per spazi confinati della linea Genesi SC sono stati pensati e certificati fino a 3 operatori in contemporanea, i primi della loro categoria made in Italy e con accessori di produzione esclusivamente europea.

Nel progettare questi davit arm, Genesi si è ispirata ai più alti standard tecnologici e ai migliori principi di ergonomia, semplificazione e leggerezza.

Sono stati pensati anche in un’ottica di rispetto dell'ambiente e della sostenibilità.

Ve li presentiamo in questo articolo scritto in collaborazione con Genesi

Genesi SC, il made in Italy per la sicurezza in spazi confinati.

Genesi è un’azienda che da 20 anni si occupa di ingegnerizzare e produrre dispositivi e soluzioni che risolvono problemi di sicurezza contro le cadute dall’alto e negli spazi confinati.

Lo fa sviluppando al meglio le migliori competenze nel segno della tecnologia, ergonomia e semplificazione sapendo che un dispositivo è solo parte di una soluzione.

bracci davit SC6 in centro di formazione di Smart Vita srl

Due immagini di un Braccio Davit SC6 durante un test – foto Genesi

La nuova linea di prodotti e soluzioni per spazi confinati.

Come risposta alle nuove esigenze di mercato, Genesi ha deciso di sviluppare in casa una nuova linea di gruette e paranchi per l’accesso, il soccorso e il recupero dagli spazi confinati.

Una gamma di prodotti le cui principali caratteristiche sono l’alta tecnologia, la leggerezza, l’ergonomicità, e la facilità d’impiego in molteplici situazioni.

Questa gamma prende il nome di Genesi SC.

Dispositivi leggeri, in alluminio ma senza compromessi.

Tutti i prodotti della nuova gamma Genesi SC, dai bracci davit ai paranchi ad asta, sono in alluminio e acciaio inox: molto leggeri nel loro complesso ma anche molto resistenti, in grado di resistere a sforzi generati dall’uso fino a 3 operatori in contemporanea.

Sono tutti scomponibili in più pezzi dal peso inferiore ai 20 kg, compatti e facili da trasportare anche a mano, per installarli nei posti più difficili da raggiungere.

Semplici da scegliere, assemblare e utilizzare.

Genesi, nella messa a punto della nuova gamma SC, ha estremamente ridotto il numero di referenze limitandosi a 5 o 6 dispositivi in grado di coprire tutta la casistica possibile e immaginabile.

Dall’accesso e soccorso verticale fino all’utilizzo su cisterne e serbatoi con accessi verticali e orizzontali, flangiati e non.

Molti degli accessori sono intercambiabili tra i vari dispositivi, come ad esempio le basi e le staffe di attacco per verricelli e retrattili.

In questo modo si riducono anche i tempi di consegna e di installazione.

Test bracci davit SC12 in centro formazione

Un Braccio Davit SC12 durante un addestramento – foto Genesi

Prodotti blu e green: anodizzati ed eco-compatibili.

La colorazione blu della nuova gamma Genesi SC è ottenuta per anodizzazione e non con verniciatura a polvere.

L’anodizzazione evita la possibilità di avere residui o schegge di vernice non ammesse in alcuni processi produttivi e facilita la gestione di fine vita non alterando le caratteristiche dell’Alluminio.

Quindi più facili da riciclare.

Tale attenzione rispecchia a pieno il processo di certificazione di Genesi come azienda green che pone attenzione al rispetto dell'ambiente.

Bracci davit per accessi verticali Genesi SC6 e SC12

I dispositivi di punta della nuova gamma Genesi SC sono senza dubbio le gruette da SC6 e SC12, con braccio telescopico, certificate per 3 operatori in contemporanea.

La gruetta SC6 ha uno sbraccio telescopico regolabile dai 310 mm fino ai 570 mm; di conseguenza ha un’altezza in punta regolabile dai 1,94 mt fino a 2,44 mt.

All’attacco del braccio ci sono 1,2 mt, più che sufficienti a scavalcare un eventuale parapetto.

Il modello SC12 ha invece uno sbraccio telescopico più lungo, regolabile a 782, 918 e 1200 mm; di conseguenza un’altezza che va da 1,81 m fino a 2,15 m con un’altezza sotto braccio di 1,05 mt.

Queste gruette hanno tutte doppia carrucola per gestire in contemporanea 2 cavi, 1 per il winch e uno per l’anticaduta retrattile, entrambi installabili sul fusto per un uso più ergonomico del sistema.

Ogni ancoraggio presente sul fusto e sul braccio è certificato per persone e materiali, a prova di errore.

bracci davit SC6F e SC3

A sinistra un braccio davit SC6F, a destra un braccio davit SC3 – foto Genesi

Gruetta per serbatoi SC6F e SC3.

I dispositivi SC6F e SC3 sono pensati per la gestione di accessi verticali su serbatoi e dove c’è poco spazio per il brandeggio di un davit più grande.

In particolare il braccio SC6F ha una estensione braccio di 610 mm e un palo integrato alto 1,6 m.

Il davit arm SC3 ha invece uno sbraccio di 365 mm e un palo integrato di 1,05 m; questo può essere alzato a 1,61 m o 2,04 m grazie a prolunghe innestabili.

Come per i “fratelli più grandi” SC6 e SC12, anche questi due modelli hanno in testa la doppia carrucola per la gestione in contemporanea di 2 cavi.

Paranco SCPH e accessori per gli accessi orizzontali.

Alla gamma dei bracci davit si aggiunge il dispositivo per la gestione degli accessi orizzontali Genesi SCPH.

È un paranco ad asta che permette di gestire dall’esterno il recupero con un verricello da un passo d’uomo orizzontale.

Il primo sul mercato che, unitamente al punto di ancoraggio per le aperture flangiate, è certificato per l’uso in contemporanea con 2 operatori.

Anche questo, come le gruette, con due carrucole per la gestione in contemporanea di 2 strumenti a cavo metallico.

Paranco ad asta SCPH per accessi orizzontali

Paranco ad asta Genesi SCPH per recupero da passi d'uomo orizzontali – foto Genesi

Sviluppi futuri per le basi delle gruette.

Presto Genesi presenterà sul mercato due novità che riguardano le basi per le gruette SC6 e SC12.
Ia prima è una base portatile modulare, completamente in alluminio che permette di lavorare in modalità auto portante quindi senza alcun fissaggio, oppure ancorandola a terra o ad un gancio traino di un veicolo come ad una zavorra di contrappeso.

La seconda è una base fissa in alluminio dal peso ridotto di 11 kg (meno della metà della basi in inox) multi posizione cioè che può essere installata sia su un supporto orizzontale sia su un supporto verticale. E può essere utilizzata sia per la gruetta SC6 e la gruetta SC12.

Base a Y per bracci davit Genesi SC6

Anteprima della base autoportante a Y per il braccio davit SC6 – rendering Genesi

Una soluzione, non solo un prodotto.

La nuova gamma Genesi SC è quindi lo strumento versatile da integrare all’interno del processo che porta alla scelta della corretta soluzione:

  1. una completa mappatura degli spazi confinati in azienda;
  2. la corretta valutazione dei rischi;
  3. lo studio delle procedure;
  4. la formazione e l’addestramento.

Per valutare se la soluzione Genesi SC perfetta per i tuoi problemi di ambienti confinati, contatta uno specialista IN-SAFETY.

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Reti di protezione anticaduta: qualità e certificazioni https://www.in-safety.it/reti-di-protezione-anticaduta/ https://www.in-safety.it/reti-di-protezione-anticaduta/#respond Tue, 18 Apr 2023 06:00:46 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7418 La qualità e le certificazioni delle reti di protezione anticaduta metalliche prodotte dal retificio PASINI Quali certificazioni devono avere le reti di protezione anticaduta metalliche permanenti? Come si riconosce una rete di protezione anticaduta di qualità da altre reti metalliche in commercio? Quali garanzie devo chiedere e cosa mi deve garantire un produttore serio di reti anticaduta metalliche? Abbiamo fatto queste…

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La qualità e le certificazioni delle reti di protezione anticaduta metalliche prodotte dal retificio PASINI

Quali certificazioni devono avere le reti di protezione anticaduta metalliche permanenti?

Come si riconosce una rete di protezione anticaduta di qualità da altre reti metalliche in commercio?

Quali garanzie devo chiedere e cosa mi deve garantire un produttore serio di reti anticaduta metalliche?

Abbiamo fatto queste e altre domande a Davide Pasini, titolare della PASINI srl, partner tecnico IN-SAFETY®

Qualità nel DNA di un produttore di reti di protezione anticaduta.

La PASINI srl nasce nel 1955 come produttore di reti paramassi e gabbioni.

La Pasini srl opera nel settore del derivato vergella, reti e recinzioni da oltre cinquant’anni.

La continua ricerca e sviluppo di prodotti sempre più rispondenti alle richieste del mercato, ha portato ad allargare la proposta commerciale dell'azienda a vari settori: Edilizia, GEO, Fastening, Safety, Highway e Pose.

Ciascun settore è affidato alla competenza di professionisti esperti dello specifico ambito, animati dalla volontà di fare della Pasini srl una realtà dinamica e concreta, un partner serio con cui progettare il futuro.

Prodotti pensati per resistere a sforzi incredibili e per garantire la sicurezza per lungo tempo nelle condizioni ambientali più estreme.

Vengono utilizzati appunto per realizzare barriere idrogeologiche, rinforzi del suolo, contenimento di terreni, protezioni contro frane e smottamenti, rivestimenti spondali di fiumi e per il controllo dellerosione.

Un prodotto che non può essere quindi realizzato alla leggera, senza fornire le necessarie garanzie e certificazioni: condicio sine qua non per certi impieghi.

Immagini tratte dal sito Pasini su reti paramassi

Reti paramassi, uno dei prodotti di punta di Pasini Reti settore GEO – foto Pasini Reti

Un percorso di qualità e tracciabilità.

Per dare forza a questo impegno, la PASINI da oltre 15 anni ha iniziato un percorso di certificazione secondo la ISO 9001 (oggi ISO 9001:2015)

Per chi non sapesse come funzione, questo tipo di percorso richiede lintroduzione allinterno della propria azienda di sistemi di controllo della qualità di ogni singolo passaggio produttivo, sia allinterno che della filiera dei fornitori.

Frequenti test, interni e tramite laboratori esterni oltre ad enti certificativi terzi.

Tra questi, test meccanici, test chimici, test di invecchiamento e di compatibilità tra materiali diversi.

Insomma, un sistema enorme, che richiede risorse e competenze per produrre quelli che solo allapparenza sono prodotti semplici, le reti di sicurezza anticaduta.

Gabbioni in rete Pasini per il contenimento di terrapieni - foto Pasini Reti

Gabbioni in rete per il contenimento di terrapieni – foto Pasini Reti

Quali le certificazioni e i test per le reti di protezione anticaduta.

Se prendiamo in esame uno dei prodotti più richiesti dai nostri clienti, ovvero la rete di sicurezza anticaduta per lucernari, PASINI produce la linea PASINI SAFETY SYSTEM con ben 2 prodotti specifici:

  • la rete anticaduta zincata SAFETY NET 600‐1200J da installare allintradosso o sotto i lucernari;
  • la rete SAFETY NET 600‐1200J HI-VIS, da installare allestradosso della copertura e che comprende, nei test e nelle certificazioni, anche lintero sistema di fissaggio sulle lamiere grecate metalliche.

I sistemi reti di protezione anticaduta SAFETY NET sono certificati secondo le seguenti norme:

Innanzitutto, la rete SAFETY NET 600-122J di PASINI deve rispondere a precise normative tecniche sulla dimensione e caratteristica del filo di cui è composta.

Vediamo le principali:

  • UNI EN ISO 16120‐2:2017
  • UNI EN 10218‐2:2012
  • UNI EN 10218‐2:2012
  • UNI EN 1179:2005
  • UNI EN 10244‐2:2009
  • UNI EN 10223‐4:2013
reti di protezione anticaduta zincate sotto lucernario

Le reti di protezione anticaduta zincate devono essere parte di un sistema che comprende anche gli elementi di fissaggio e la struttura di base – foto Pasini Reti

Normative relative al rivestimento in PVC delle reti di protezione anticaduta.

Poi ci sono le prove che riguardano principalmente la rete SAFETY NET 600‐1200 J HI‐VIS, la rete elettrosaldata che viene rivestita, mediante processo di sinterizzazione, di un ulteriore strato di protezione in PVC di colore giallo secondo le direttive del D.lgs 81 di alta visibilità nei luoghi di lavoro.

Tra queste, le prove secondo le seguenti norme:

  • UNI EN ISO 1183‐1:2013
  • UNI EN ISO 868:2005

I Controlli di fabbricazione

Come già anticipato, PASINI ha implementato e mantiene metodicamente un sistema di controlli di fabbricazione della rete per garantire che le prestazioni della rete SAFETY NET 600‐1200J siano costantemente in conformità a quelle dichiarate nel documento di Valutazione di Prestazione Tecnica.

Quindi gli elementi, i requisiti e i provvedimenti assunti dalla PASINI vengono documentati in maniera sistematica, in modo da assicurare la tracciabilità di ogni lotto di produzione.

Tra questi, vengono effettuati controlli su:

  • Analisi chimica dell'acciaio come da UNI EN ISO 16120‐1/2 per ogni colata
  • Diametro del filo, come da UNI EN 10218‐2, per ogni lotto;
  • Resistenza a trazione come da UNI EN ISO 6892‐1, sempre per ogni lotto;

E altri controlli sulla zincatura come lanalisi chimica dello zinco, la massa, l'aderenza e la densità della zincatura, come prescritto nelle norme UNI EN 1179 e UNI EN 10244‐2.

reti di protezione anticaduta gialle alta visibilità

L'alta visibilità delle reti di protezione anticaduta SAFETY NET 600‐1200 J HI‐VIS – foto Pasini Reti

Poi ci sono i controlli sulla rete saldata, come il controllo di mancata saldatura e la resistenza a taglio del nodo saldato.

Alla rete HI-VIS, con rivestimento con PVC, si aggiungono i controlli su questo, ogni lotto:

  • densità
  • durezza
  • resistenza
  • allungamento

Come da normative tecniche UNI EN ISO 1183‐1/2/3, UNI EN ISO 868 e UNI EN ISO 527‐2

Infine, vengono effettuati anche i controlli sulla rete finita quali il controllo del:

  • Diametro del filo plastificato
  • Spessore rivestimento PVC
  • Concentricità rivestimento PVC
  • Aderenza rivestimento PVC
  • Colore del PVC

Come da normative tecniche UNI EN 10218‐2 e UNI EN 10245‐1

I test di valutazione sulle prestazioni delle reti sicurezza anticaduta.

Per quanto riguarda i test di valutazione della resistenza della rete ai fini della funzione anticaduta, essi sono stati svolti in relazione alle normative esistenti riguardanti metodi di prova per resistenza all'urto per impatto da corpo molle, e cioè:

  • UNI EN 15057:2006 ‐ Lastre nervate di fibrocemento ‐ Metodo di prova per la resistenza all'urto
  • UNI EN 1873:2016 ‐ Accessori prefabbricati per coperture ‐ Cupole monolitiche di materiale plastico ‐ Specifica di prodotto e metodi di prova.

Ulteriori test per la verifica della resistenza della rete al carico statico uniformemente distribuito, sono stati svolti facendo riferimento alla Deliberazione della Giunta Regionale della Regione Veneto n. 2774 del 22 settembre 2009 ‐ Allegato A.

E altri test ancora che determinano la bontà e la sicurezza delle reti di protezione anticaduta Pasini.

Le garanzie Commerciali e Assicurative sulle reti di protezione anticaduta

PASINI è attiva sui mercati del Nord Europa quali la Finlandia, la Danimarca e linghilterra che sono i paesi che in questo settore pretendono il massimo delle garanzie tecniche e anche solide garanzie assicurative.

In questo specifico prodotto anticaduta , la Pasini srl garantisce al prodotto una vita utile di 10 anni!

Questo riscontro è anche frutto di prove importanti di laboratorio che attestano queste dichiarazioni.

SAFETY NET 600‐1200 J HI‐VIS su cupolini travi Y

Sistema SAFETY NET 600‐1200 J HI‐VIS su coppelle di copertura travi Y – foto Pasini Reti

Gli altri indici di valutazione della qualità delle reti PASINI come reti di protezione anticaduta.

Parlando con Davide Pasini, abbiamo capito una cosa molto importante sulla cura e la qualità delle sue reti, un dettaglio che pare ininfluente MA NON LO È.

Mentre le reti anticaduta per edilizia di altri produttori hanno un rivestimento plastico verde, la sua ha un rivestimento giallo alta visibilità, come citato prima in linea con il D.lgs 81 per le direttive per identificare i luoghi pericolosi in ambiti lavorativi!

Questo dipende dal fatto che PASINI ha specificatamente prodotto, dopo un’accurata indagine di mercato e dopo uno studio completo da parte del suo staff tecnico, una rete insieme ad un sistema di fissaggio per coperture a protezione dei lucernari, ponendo particolare attenzione anche ai segnali visivi di pericolo.

Questo sistema è stato studiato anche per le coperture industriali e per la loro struttura.

Gli altri produttori si sono limitati ad estrarre” dalla loro produzione le reti da recinzione verdi adattandole allo scopo di anticaduta.

Con questo non vogliamo dire che non siano altrettanto sicure ma sicuramente (scusate il gioco di parole) difficili da distinguere, a vista, dalle comuni reti da pollaio”.

E questo potrebbe essere un problema per chi deve garantire la sicurezza di chi sale sui tetti e che deve identificare a prima vista dove c’è un pericolo e dove invece c’è un sistema di protezione specifico contro le cadute dallalto.

Le reti di protezione anticaduta PASINI e IN-SAFETY®, sono labbinamento ideale per mettere in sicurezza i lucernari e i vani tecnici dei tuoi stabilimenti: chiama per una consulenza o un preventivo.

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Saldatura a freddo di ancoraggi anticaduta con QuickCold https://www.in-safety.it/saldatura-a-freddo/ https://www.in-safety.it/saldatura-a-freddo/#respond Tue, 11 Apr 2023 06:22:17 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7414 Niente fori su macchinari né lavorazioni a caldo o scintille in zone Atex, solo QuickCold. Saldatura a freddo di ancoraggi significa poter installare un sistema anticaduta in un’area Atex senza lavorazioni a caldo o scintille. Significa anche poter predisporre gli stessi ancoraggi su macchinari, autoveicoli e carriponte senza comprometterne la conformità o l’integrità della struttura…

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Niente fori su macchinari né lavorazioni a caldo o scintille in zone Atex, solo QuickCold.

Saldatura a freddo di ancoraggi significa poter installare un sistema anticaduta in un’area Atex senza lavorazioni a caldo o scintille.

Significa anche poter predisporre gli stessi ancoraggi su macchinari, autoveicoli e carriponte senza comprometterne la conformità o l’integrità della struttura con forature o saldature.

Infine, vuol dire installare un ancoraggio su serbatoi a tenuta stagna, come punto anticaduta o come punto per l’installazione di un paranco o altro sistema di soccorso e recupero quando per spazi confinati.

Con QuickCold, significa anche avere un prodotto garantito e certificato con fattori di sicurezza altissimi che tradotto significa anche oltre 40 kN di tenuta su una quadrato di metallo di 10x10 cm.

In questo articolo vi spieghiamo come questa soluzione può risolvere un gran numero di problemi di sicurezza anticaduta e negli ambienti confinati o sospetti di inquinamento.

Una nuova tecnologia nel mondo dell’anticaduta.

Abbiamo già parlato delle quicksafe™, brand nato in FollowUp srl, azienda del Consorzio IN-SAFETY® di Follo (SP) specializzata in sicurezza e formazione per il settore navale e industriale in generale.

Lo abbiamo fatto parlando dei copripiolo QuickRung per migliorare e riportare a norma i pioli lisci di una scala alla marinara.

Oppure di QuickSurface quando abbiamo ripristinato i piani antiscivolo di una vecchia scala antincendio di una scuola elementare, con il mandorlato di gradini e pianerottoli ormai consumato.

Oggi quicksafe™ offre una soluzione rivoluzionaria che permette saldare a freddo, ovvero incollare con una tenuta strutturale e certificata, un punto di ancoraggio metallico su una struttura metallica.

La soluzione si chiama QuickCold.

QuickCold permette di saldare a freddo ancoraggi anticaduta con tenuta ampiamente superiore ai 12 kN richiesti dalla normativa.

Parliamo di un ordine di grandezza che può superare i 40 kN a trazione ei 100 kN a taglio su un ancoraggio a piastra di circa 10 x 10 cm!

Quando usare una saldatura a freddo QuickCold

La saldatura a freddo ancoraggi è una soluzione non convenzionale per fissare un dispositivo di ancoraggio anticaduta o un punto di tiro per paranco per il soccorso negli spazi confinati: sopra passi d’uomo, su silos o sul fianco di serbatoi, tine, macchinari.

Per soluzione non convenzionale si intendono soluzioni di fissaggio che non prevedono fori, tagli, rivettature, saldature e altre lavorazioni a caldo.

Quindi impiegabile su macchinari.

Macchinari sui quali non si può andare a compromettere l’integrità strutturale e, di conseguenza, la conformità, praticando fori, applicando bulloni o scaldando componenti con le saldature a caldo.

Con questa tecnologia si possono installare ancoraggi su carroponti, gru edili, trasloelevatori, paper machines e altri macchinari. Ma anche su telai di autoveicoli o mezzi movimento terra, sui bracci meccanici.

Ancoraggi con superficie di contatto irruvidita

Gli ancoraggi sono stati preventivamente irruviditi in officina per mezzo di dischi smerigliatori

Uso saldatura metalli a freddo su strutture in zone Atex

L’applicazione QuickCold è una tecnica che non prevede lavorazioni a caldo e quindi può essere impiegata in tutti quegli ambienti a rischio atmosfere esplosive o in presenza di materiali/sostanze infiammabili.

Quindi è possibile usare QuickCold per creare punti di ancoraggio su silos di farine o altre polveri. Come ad esempio, sopra i passi d’uomo per la sicurezza nelle fasi accesso all’interno e poi di salvataggio.

Nessun problema di rischio innesco incendio in cartiere con forte presenza di polvere di cellulosa. O ancora, in impianti o centrali termiche con presenza di serbatoi di carburante. Anche all’interno di serbatoi di greggio o casse carburante navali.

Saldatura a freddo per non forare contenitori a tenuta.

Il vantaggio di saldare a freddo è anche quello di non compromettere la tenuta di contenitori di carburanti ma anche di contenitori a pressione. Fino al poter applicare ancoraggi su scafi navali.

Va da sé che il vantaggio di una saldatura a freddo in questi casi è maggiore quando si unisce la necessità di non lavorare a caldo o di non compromettere l'integrità strutturale come spiegato sopra.

Niente deformazioni da calore.

La saldatura a freddo con QuickCold si può impiegare anche su serbatoi in servizio o rivestiti poiché non compromette il rivestimento come invece accadrebbe operando dall'esterno con la saldatura tradizionale.

Componenti formulato per saldatura a freddo QuickCold

Preparato QuickCold nei suoi due componenti prima della miscelazione

Saldatura a freddo metalli diversi.

Uno dei vantaggi della saldatura a freddo con QuickCold è la possibilità di saldare strutturalmente materiali diversi. O meglio, metalli diversi.

Niente vieta di saldare un ancoraggio di alluminio su un struttura di ferro. Oppure una saldatura a freddo acciaio inox su un contenitore di alluminio.

Perché quello che conta è che ci sia un alto valore di self coesion tra materiali ovvero la naturale resistenza corticale dei materiali base.

Infatti non sarà possibile applicare ancoraggio anticaduta di metallo su pietra, su laterizio o su vetroresina in quanto non sarà QuickCold a non aderire ma saranno gli strati corticali a cedere.

In parole povere, la prima cosa che si staccherà sarà lo strato superficiale della pietra, del laterizio o della vetroresina.

Tra metalli, questo problema non c’è.

Anzi ancora meglio perché QuickCold crea tra i due metalli un strato isolante dielettrico scongiurando effetti galvanici corrosivi.

Altre applicazione della saldatura a freddo con QuickCold.

Se si possono incollare ancoraggi anticaduta che devono, per normativa, resistere a forze di 12 kN sia trazione si a taglio (e QuickCold lo fa a fattore sicurezza molto alti) figuriamoci se non riusciamo ad incollare altre strutture utili alla sicurezza come:

  • scale alla marinara, con e senza gabbia;
  • montanti di parapetti;
  • passerelle;
  • mensole di supporto macchine;
  • ganci ferma scala;
  • linee vita verticali, a cavo o rotaia rigida;
  • linee vita orizzontali a rotaia rigida;

e altro ancora.

Sistemi che devono resistere a sforzi nettamente inferiori ai 12 kN.

Spazzole Cu-Be per preparazione superfici per saldatura a freddo in aree Atex

Spazzole Cu-Be

QuickCold resiste anche allo stress a fatica.

QuickCold resiste a forze dinamiche ma anche a forze statiche.

Come ad esempio nel caso dei ganci per verricelli di sollevamento in cui si parla di stress a fatica ovvero di elementi sottoposti a sforzi statici e prolungati.

QuickCold ST – Surface Tolerant

Ci sono applicazioni invece che possono vedere la necessità di incollare ancoraggi su superfici contaminate, oleose o bagnate.

In questo caso si potrà utilizzare QuickCold ST che significa Surface Tolerant: un formulato leggermente diverso che dà risultati migliori nel caso presenza di olio o acqua.

Anche sott’acqua e sotto olio!

QuicCold ST è infatti idrorepellente e oleorepellente.

La scelta viene fatta sempre da un tecnico di FollowUp dopo analisi del contesto e degli obiettivi da raggiungere.

Applicazione QuickCold sull'ancoraggio

Applicazione del QuickCold sull'ancoraggio mediante spatola

I passaggi necessari ad installare un sistema di ancoraggi anticaduta con QuickCold e QuickCold ST.

Preparazione della superficie.

La superficie dovrà essere ripulita da ogni eventuale strato che potrebbe staccarsi, come ruggine o vernice.

In seguito si dovrà irruvidire mediante spazzole, dischi lamellari o abrasivi: basta una rugosità di pochi micron.

Se in atmosfera Atex, si utilizzeranno utensili Atex come le spazzo Cu-Be (Rame Berillio) o mediante leggero carteggio a mano.

Nel caso di QuickCold ST, avente caratteristiche surface tolerant, la superficie di applicazione potrà non essere ben sgrassata o asciutta.

Ad esempio, per un’applicazione all’esterno, con clima piovoso o nebbioso.

Preparazione del composto QuicCold.

QuickCold si presenta in forma di pasta bi-componente da miscelare e in parti uguali e lavorare fino ad ottenere un impasto omogeneo.

Qui nel video si vede bene la tecnica adottata dai tecnici di FollowUp

Rispetto dei tempi di applicazione e polimerizzazione.

Sulle istruzioni dei preparati QuickCold e QuickCold ST sono riportate le tabelle indicanti le tempistiche di applicazione, da rispettare per evitare che il composto si indurisca troppo prima della posa.

E il successivo tempo di indurimento, durante il quale si potranno fare le piccole regolazioni di centramento e livellamento. In questa fase potrebbe essere necessario impiegare sistemi atti a tenere fermo l’elemento saldato a freddo nell'attesa dell’indurimento.

Ad esempio, legando il pezzo con fasce a cricchetto oppure tenendolo in posizione con dei magneti (vedi video).

Quando il composto è abbastanza indurito da mantenere l'ancoraggio autonomamente, si dovrà comunque attendere il tempo di polimerizzazione completa prima di utilizzarlo.

In genere si applica entro un'ora dalla preparazione del composto, già dopo un paio d’ore il pezzo è stabile nella sua posizione.

Si potrà utilizzare il giorno dopo, circa 24 ore dall’applicazione.

L'ancoraggio installato

Ancoraggio Tipo A per 2 operatori in acciaio Inox saldato a freddo sopra la portella di ferro di un silo per erba medica.

Chi può installare sistemi di ancoraggio con saldatura a freddo QuickCold.

Il sistema QuickCold ha un’importante componente umana: la qualità dell’applicazione dipende molto dall’abilità dell’applicatore.

Questo dovrà quindi essere autorizzato da FollowUp a seguito di corso di formazione con prova pratica di applicazione.

Al termine del corso, ci sarà un esame di pratico con realizzazione di un’applicazione.

Questa verrà poi testata in laboratorio: se passa il test, all’installatore verrà rilasciata la certificazione di installatore autorizzato quicksafe™

QuickCold è una tecnologia già disponibile presso gli specialisti del Consorzio IN-SAFETY®, chiedi una valutazione sulle tue aree Atex o sui tuoi macchinari.

 

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Sky-X-Stand Pro-10-200 le nuove pertiche anticaduta di Tuff Built Products https://www.in-safety.it/sky-x-stand-pro-10-200-le-nuove-pertiche-anticaduta-di-tuff-built-products/ https://www.in-safety.it/sky-x-stand-pro-10-200-le-nuove-pertiche-anticaduta-di-tuff-built-products/#respond Tue, 04 Apr 2023 06:00:31 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7389 Sistema modulare di pertiche zavorrate e fisse per anticaduta macchinari e recupero spazi confinati in quota. Sky-X-Stand Pro-10-200 è il nuovo sistema di pertiche e bracci davit anticaduta di grande altezza (fino a 9 metri) combinabili in decine di configurazioni diverse. A differenza della vecchia serie che aveva solo poche configurazioni rigide. Si va dalle versioni…

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Sistema modulare di pertiche zavorrate e fisse per anticaduta macchinari e recupero spazi confinati in quota.

Sky-X-Stand Pro-10-200 è il nuovo sistema di pertiche e bracci davit anticaduta di grande altezza (fino a 9 metri) combinabili in decine di configurazioni diverse.

A differenza della vecchia serie che aveva solo poche configurazioni rigide.

Si va dalle versioni puntuali su basamento fisso a terra ai sistemi continui di pertiche zavorrate con rotaia anticaduta per lavorare su macchinari e autocisterne.

Tutte in alluminio, facili da assemblare e da spostare grazie a basi e pali inforcabili con il muletto.

Inoltre sono indeformabili, multi uso e impiegabili con verricello per il recupero da spazi confinati con accesso in quota come cassoni e autobotti.

Tutto il sistema è certificato secondo le normative europee EN 795 e CEN/TS 16415 per gli ancoraggi multi utilizzatore.

Tre altezze diverse di cui una regolabile

Abbiamo già parlato del sistema Sky-X-Stand di Tuff Built Products Inc. nell'articolo DISPOSITIVI A PERTICA ANTICADUTA O A PORTALE: AUTOPORTANTI E FACILI DA SPOSTARE

Adesso Tuff Built ha aggiornato il prodotto rendendolo modulare e soprattutto certificato per l'Europa.

Pertica Sky-X-Stand Pro-10-200 con ancoraggio a rotaia su cisterne

Sky-X-Stand Pro-10-200 con ancoraggio a rotaia su cisterne impianto industriale – foto Tuff Built Products Inc.

La nuova serie Sky-X-Stand Pro-10-200 presenta 3 alberi di diversa altezza:

  • 4 mt e 102 mm di diametro (4”);
  • 6 mt e 127 mm di diametro (5”);
  • regolabile dai 7 ai 9 mt con albero da 4” telescopico dentro albero da 5”;

Per mantenere il fattore caduta il più vicino possibile a zero, c’è da considerare come altezza di lavoro rispettivamente dai 2/2,5 mt per l’albero più basso, fino a 7/7,5 mt per l'albero nella configurazione più alta.

Su uno di questi 3 alberi, vi è un braccio con ancoraggio anticaduta puntuale (davit arm) lungo 3 metri.

Il braccio è certificato per una persona e ha un indicatore di sovraccarico in quanto utilizzabile anche per il sollevamento e recupero persone con verricello.

All’albero può essere applicato un kit “tasche” per la movimentazione con le forche di un muletto.

Serie Sky-X-Stand Pro-10-200 di 3 altezze diverse

La serie Sky-X-Stand Pro-10-200 cn basamento Cube e l'albero di 3 altezze diverse: 4 m | 6 m | 7-9 m telescopico – foto Tuff Built Products Inc

Basi zavorrate, livellabili, inforcabili o carrellate.

Il sistema Sky-X-Stand Pro-10-200 prevede più tipologie di basi.

La prima tipologia è quella con cui si sono fatti conoscere, ovvero la base zavorrata Cube.

Il Cube è un cassone in acciaio zincato a caldo riempibile in calcestruzzo direttamente sul sito, fabbrica o cantiere.

Sul cassone possono essere installati da 1 a 6 alberi contemporaneamente per offrire un ancoraggio fino a 6 operatori in contemporanea.

Ci sono diversi accessori che possono essere abbinati alla base Cube, per la stabilizzazione e la movimentazione di tutto il sistema Sky-X-Stand Pro-10-20:

  • Base Dolly, un carrello con le ruote trainabile da un automezzo;;
  • Base stabilizzatrice, per la movimentazione con il muletto e per aumentare la superficie di appoggio
  • Kit Livellamento, per consentire un leggero livellamento della base del cubo su una superficie inclinata.
Le basi e gli accessori del sistema Sky-X-Stand Pro-10-200

La base Cube e gli accessori della serie Sky-X-Stand Pro-10-200 – foto Tuff Built Products Inc.

Nuove tipologie di basi Sky-X-Stand Pro-10-200: con zavorre prefabbricate e da fissare a terra.

Una delle novità della nuova serie ​​è la possibilità di avere una base zavorrata che impiega blocchi di cemento prefabbricati. Con il vantaggio quindi di sezionare il peso e spostare il sistema più facilmente, rispetto al cassone Cube monolitico riempito di calcestruzzo.

Lo svantaggio è che ingombra molto di più, occupando più superficie.

Ma la vera rivoluzione è la possibilità di installare delle basi fisse a terra, su idoneo plinto di fondazione o struttura di solaio in grado di sostenere gli sforzi a torsione, come ogni altro braccio davit fisso da spazi confinati.

Anche in questi casi, la base può alloggiare o un albero singolo oppure due alberi, per la configurazione con il sistema a rotaia (di cui parliamo più avanti).

Il fissaggio a terra riduce tantissimo l'ingombro del sistema. E l’albero col braccio è spostabile da una base all’altra. Molto indicata per installazioni all'interno di uno stabilimento e più facile da spostare rispetto ad un base zavorrata.

Basi Sky-X-Stand Pro-10-200 con blocchi in cemento e con base fissa

A sinistra , base con zavorre in blocchi di cemento. A destra, alberi con basi fisse a pavimento – foto Tuff Built Products Inc.

Ora anche con rotaia EN 795 Tipo D

Su un’unica base zavorrata o su una base fissa doppia si possono installare due alberi con 2 bracci collegati insieme da una rotaia. Si realizza così un sistema a rotaia da 6 metri, di altezze diverse e regolabili, certificata per 2 operatori.

Per arrivare a 12 m, 18 m e multipli basta aggiungere cubi in fila.

La versione con rotaia era disponibile anche nella vecchia serie ma non aveva ottenuto le certificazioni EN 795 e CEN/TS 16415.

Serie di dispositivi Sky-X-Stand Pro-10-200 con rotaia

Serie di dispositivi Sky-X-Stand Pro-10-200 con rotaia EN 795 Tipo D in serie per un totale di 24 metri di impianto anticaduta – foto Tuff Built Products Inc.

Un braccio davit per soccorso in spazi confinati zavorrato alto fino a 9 metri.

Per questa nuova serie Sky-X-Stand Pro-10-200 sono stati realizzati diversi accessori per installare un sistema di recupero a verricello EN 1496:

  • Una staffa Tuff-Klik per l’installazione rapida del verricello PRO-1
  • Una barra per il brandeggio dell’albero, per farlo ruotare e portare fuori il ferito
  • Un set di 3 carrucole per lo scorrimento del cavo dal verricello alla punta del braccio in cima all’albero.

Una valida soluzione per il soccorso di operatori all’interno di cisterne, cassoni, crogioli o altre situazioni in cui l’ingresso non agevole, tipico degli spazi confinati, è in alto e non c’è spazio per installare basi di gruette più piccole o per piazzare tripodi standard.

Schema grafico kit carrucola per argano di salvataggio

Dettaglio scheda tecnica del Kit Carrucole per argano di soccorso – foto Tuff Built Products Inc.

Sky-X-Stand Pro-10-200 da oggi in Italia grazie agli specialisti del Consorzio IN-SAFETY®

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CREDA 360 scale industriali protezioni collettive su misura https://www.in-safety.it/creda-360-scale-industriali-protezioni-collettive-su-misura/ https://www.in-safety.it/creda-360-scale-industriali-protezioni-collettive-su-misura/#respond Tue, 21 Mar 2023 07:00:51 +0000 https://www.in-safety.it/?p=7301 Realizzare scale e passerelle su misura senza saldature da assemblare sul posto CREDA 360 è un’azienda molto giovane e innovativa che realizza scale industriali in alluminio e in acciaio inox oltre che parapetti e passerelle su misura. Per accessi e protezioni a macchinari e coperture. Impiega una tecnologia fatta di elementi modulari non pre-tagliati che si…

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Realizzare scale e passerelle su misura senza saldature da assemblare sul posto

CREDA 360 è un’azienda molto giovane e innovativa che realizza scale industriali in alluminio e in acciaio inox oltre che parapetti e passerelle su misura.

Per accessi e protezioni a macchinari e coperture.

Impiega una tecnologia fatta di elementi modulari non pre-tagliati che si traduce in alta personalizzazione e rapidità di fornitura e installazione.

Tutti gli elementi che compongono le realizzazioni di CREDA 360 sono di alta qualità tecnica e assemblabili meccanicamente, sul posto, senza bisogno di saldature.

CREDA 360 è partner IN-SAFETY® per la realizzazione di sistemi di protezione anticaduta collettivi su misura.

Sistemi custom e sistemi standard per scale industriali e parapetti.

Fino a che CREDA 360 non ha fatto il suo ingresso nel mercato delle scale industriali e dei sistemi di protezione collettiva per macchinari, nel 2019, il mercato offriva appena due o tre tipi di soluzioni in metallo:

  1. Soluzioni scale industriali artigianali su misura, realizzate nelle officine di carpenterie metalliche in ferro o acciaio inox, mediante taglio, saldatura e successivo assemblaggio meccanico;
  2. Soluzioni in alluminio naturale, sempre artigianali e realizzate mediante taglio e saldatura su misura;
  3. Soluzioni modulari standard prefabbricate da adattare sul posto, prodotte in genere da scalifici industriali.
un parapetto su rotondo in alluminio realizzato su misura ma con elementi modulari assemblati meccanicamente

Un parapetto autoportante curvo in alluminio su tetto rotondo realizzato su misura ma con elementi modulari assemblati meccanicamente – foto CREDA 360

Pro e contro tra i due sistemi "tradizionali" di realizzazione di scale e protezioni anticaduta collettive.

Le prime due tipologie permettono soluzioni su misura, anche complesse, ma con un importante dispendio di tempo e costi di trasporto.

La terza soluzione permette consegne rapide e abbattimento dei costi di fornitura ma alla condizione di dover apportare importanti modifiche e aggiustamenti sul posto. Con una non indifferente produzione di sfridi e scarti che annulla il risparmio di una produzione standard.

Se non addirittura chiedere al cliente che sia lui ad adattarsi al sistema prefabbricato.

Quando poi chiediamo allo “scalificio standard” di realizzare scale industriali su misura, in genere i tempi diventano biblici (anche quelli di preventivazione e specie in questo momento storico) per non parlare dei prezzi che aumentano in maniera sproporzionata.

CREDA 360 e l’idea di un sistema scale su misura ma con assemblaggio standard e senza saldature.

L’intuizione di Davide Credaro, 35 anni di Milano, è arrivata quando, nella sua precedente attività prima di progettista di sistemi sottomarini per il settore oil & gas poi di consulente alla progettazione di sistemi e impianti industriali, ha vissuto in prima persona la difficoltà di ottenere sistemi anticaduta e di accesso su misura e in tempi ragionevolmente brevi.

Analizzando i punti critici (vedi paragrafo precedente), ha pensato che si poteva realizzare un sistema modulare con profili standard e giunti meccanici industrializzati ma con un processo di realizzazione custom.

scale a castello con sbalzo e base zavorrata realizzate su misura partendo da elementi modulari.

Scale a castello con piattaforma di lavoro a sbalzo e base zavorrata realizzate su misura partendo da elementi modulari – foto CREDA 360

CREDA 360 è un’azienda giovane, innovativa e in rapida crescita.

Nel 2019, ha attrezzato un’officina tecnica avanzata in grado di offrire un sistema rapido di taglio e spedizione ma soprattutto un ufficio tecnico informatico gestito da giovani ingegneri.

Questi realizzano rapidamente progetti tecnici su misura in grado di dare rapide istruzioni all’officina e alla logistica; nel giro di massimo 2 settimane, il sistema è prodotto, consegnato e assemblato.

Quando scriviamo giovani, non lo facciamo a caso: oltre l’80% degli impiegati di CREDA 360 hanno meno di 30 anni e l’azienda, creata dal nulla nel 2019, attualmente impiega più di 13 persone fatturando 1,5 milioni di € nel 2022 e puntando ai 3 milioni per il 2023.

I vantaggi dei sistemi collettivi CREDA 360.

La tecnologia costruttiva delle soluzioni per sistemi anticaduta collettivi CREDA 360 impone materiali e profili di alta qualità. Ad esempio, per la produzione di parapetti e scale industriali, utilizzano profili scatolari con spessore del metallo di 1,5 mm anziché di 1 mm come la maggior parte dei prodotti standard esistenti sul mercato.

La ferramenta di assemblaggio è sempre inox, un metallo dielettricamente compatibile sia con l’alluminio sia con i profili in AISI 304.

scale in alluminio con gabbia di protezione

Scale alla marinara con gabbia di protezione. A sinistra, una scala per controllo fumi con terrazzino di sbarco a parete. A destra, fasi di installazione di una scala a gabbia – foto CREDA 360

Scale in alluminio o scale inox, materiali diversi e gestioni diverse.

Officine di carpenterie metalliche attrezzate per tagliare e saldare l’alluminio, difficilmente riusciranno a offrire lo stesso servizio, per scale industriali in acciaio inox o parapetti inox, con gli stessi tempi e stessi costi di manodopera. Gli utensili non sono gli stessi, le saldatrici non sono le stesse così come sono diversi i tempi di saldatura.

Allo stesso modo, chi è attrezzato per lavorare l’acciaio è in difficoltà quando deve lavorare l’alluminio.

In genere, per servire i loro clienti in tutti i materiali, esternalizzano lavorazioni di metalli diversi con maggiori costi logistici e maggiori costi di manodopera o di acquisto materie prime.

Gli scalifici con prodotti standard in alluminio, e in questi molto concorrenziali, se non hanno a catalogo anche prodotti in inox, difficilmente potranno offrire lo stesso servizio con quest’ultimo metallo.

Anche per loro si traduce che dovranno comprare da terzi e tutto quello che ne consegue in termini di tempi e costi.

Scala industriale accesso a macchinari con struttura a ponte

Una scala industriale con struttura a ponte pensata per il passaggio tra linee di produzione di uno stabilimento industriale – foto CREDA 360

Per CREDA 360, alluminio e inox sono gestiti nello stesso modo.

Punto di forza della tecnologia CREDA 360 è che nel realizzare scale industriali con strutture custom in alluminio o in acciaio inox, impiegano esattamente lo stesso tempo perché la procedura è la stessa: a ordine confermato, l’officina riceve l’ordine di taglio da barre non pretagliate.

Hanno macchine da taglio per l’alluminio e macchine per l’inox.

Una volta tagliati i pezzi, li consegnano alla logistica; quest'ultima imballa il tutto insieme alla ferramenta indicata nel progetto e carica l’ordine sul camion che consegna in cantiere.

Qui, specialisti in sistemi anticaduta e di accesso come i Consorziati IN-SAFETY®, assemblano il tutto seguendo le istruzioni fornite da CREDA 360.

Passerelle pedonali su copertura industriale con impianto fotovoltaico

Passerelle con parapetti su misura installate su copertura industriale con impianto fotovoltaico – foto CREDA 360

Per concludere.

Il prodotto CREDA 360, che siano scale o parapetti o passerelle, è un prodotto su misura con la qualità di un prodotto di alta gamma realizzato da una carpenteria metallica ma con una tecnologia che consente tempi di consegna rapida e velocità di installazione.

Per non farsi mancare nulla, integrano anche grigliati e elementi in PRFV.

I prodotti CREDA 360 sono consigliati anche dagli specialisti IN-SAFETY®, installatori di scale industriali: chiedici un soluzione su misura.

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